Cover

Un multiprogetto di furto fotografico con destrezza
2019
Cofanetto in cartoncino riciclato piegato a mano
3 fascicoli separati in carta demimatt patinata opaca 130 gr
Dimensioni: 15,4 x 19,4
Fascicolo 1: Selfie con intrusi, pagine 52
Fascicolo 2: Viaggi minimi, pagine 28
Fascicolo 3: Illuminati, pagine 44

Per averne una copia scrivetemi in privato.


“Cover” è un progetto di omaggio/rielaborazione di lavori fotografici esistenti e consiste finora in tre libretti che riflettono su altrettanti classici della tradizione della fotografia d’arte di tipo documentario e post-documentario: “Many are called” di Walker Evans (1938), le serie dei “viaggi” e in generale l’opera di Franco Vaccari degli anni ’70, e infine “Heads” di Philip Lorca diCorcia (2001). Attraverso questi libretti ho cercato di fare i conti con il rapporto arte-documento per come si è storicamente sviluppato e soprattutto di chiarirlo a me stesso. Ovviamente non ho rifatto il contenuto dei libri, per manifesta inferiorità, piuttosto ho interpretato il problema che l’autore si era posto riformulandolo a modo mio. Sono partito dall’esordio dello “stile documentario” come ossimoro tra arte e documento e dalla fotocamera nascosta come autoritratto differito in Walker Evans; sono passato attraverso l’automatismo concettuale e l’inconscio proiettivo in Franco Vaccari; fino alla confusione tra allestito e raccolto in diCorcia. Ognuno dei tre libri originali è stato in qualche modo ribaltato nei libretti di “Cover”, mostrandone il non-visto / non-detto: l’autore in apparenza invisibile nel quadro realistico di "Many are called", compare finalmente come infezione insistente e straniante in "Selfie con intrusi"; nei “Viaggi minimi” il cliché turistico e social occhieggia dentro le vaccariane macchine artistiche a partecipazione collettiva, come loro involontario inveramento; infine l’approccio controfobico dell’autore che getta il corpo oltre la macchina, in "Illuminati", prova a scalfire la gelida finzione postmodernista dell’empatia, cercando di suggerire una via d’uscita che somiglia piuttosto a una via d’entrata.


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